A metà aprile si vota e le reti culturali e sociali che si riconoscono in un movimento indipendente di idee e intelligenze combattive si stanno mobilitando su più fronti per decidere come partecipare ed incidere sulla competizione elettorale nel nostro Municipio.
Quasi due anni fa la ‘rete per la partecipazione’ (cantiere sociale), composta da realtà della cultura di base e della cooperazione sociale, riusci ad incidere al punto che il presidente Orneli riconobbe una delega politica per la partecipazione a Luca Fagiano.
Si trattava ieri come oggi di imporre dei contenuti importanti all’attenzione dell’agenda politica locale: dire che la partecipazione era ed è un elemento centrale della vita democratica poteva e puo’ sembrare una cosa scontata ma la ritengo una scelta di campo molto importante per fare politica dal basso, in modo trasparente, partecipato che rende difficili operazioni calate dall’alto sulla testa dei cittadini.
Io credo che non c’è sviluppo sostenibile senza la partecipazione diretta ed il pieno coinvolgimento delle realtà locali e credo anche che il quadro politico ha bisogno di volti nuovi che siano espressione della società civile e non dell’apparato dei partiti.
Per questo mi sento di comunicare quanto sta avvenendo nel nostro Municipio, di come piccole realtà di base (Affabulazione, Fara Nume, comitati di quartiere, gruppi sociali ecc.) si stanno mobilitando per esprimere una candidatura indipendente, espressione di contenuti e politiche possibili, soprattutto nel campo della cultura e della partecipazione.
E’ fondamentale dire alla politica ufficiale dei partiti che la delega alla partecipazione deve essere confermata e consolidata, in quanto snodo democratico vitale e garanzia di trasparenza. Il ‘Bilancio Partecipato’ che stiamo sperimentando in 4 quartieri del Municipio dimostra che il modello di democrazia partecipata è la chiave di volta per riacquisire la credibilità delle istituzioni. In fondo le Istituzioni siamo anche noi, anche se spesso ci sentiamo marginali ad esse, quando non esclusi del tutto. ‘Facendo politica’ si impara anche la fatica del fare, la fatica della rielaborazione critica, la fatica della mobilitazione civile ma si assapora anche il senso squisito della cittadinanza, dei diritti, del protagonismo, dell’appartenenza ad una comunità di uomini e donne con cui confrontarsi e crescere, in un ambiente di vita che si impara a determinare con la propria azione politica e culturale.
La rete culturale e sociale che sta vivendo questo fermento ha creduto opportuno quindi riaffermare che la DELEGA ALLA PARTECIPAZIONE va riconfermata a Luca Fagiano e ha deciso di sostenere la candidatura di Andrea Serafini, direttore artistico del teatro Fara Nume, al Consiglio Municipale.
Andrea è uomo di cultura che si è contraddistinto per aver saputo investire in un quartiere difficile come Ostia nuova, e che aprendo un teatro ha contribuito alla trasformazione stessa del quartiere. Un teatro che è stato dolosamente incendiato, ma che ora sta rinascendo, grazie all’impegno e alla solidarietà di tanti cittadini e cittadine e all’ostinazione di andrea, stefania e sara.
Io personalmente ho passato la mia vita professionale in questo luogo, la periferia della periferia, la cosiddetta frontiera, in cui c’è sottocultura ma anche lo spazio per sperimentazioni sociali che altrove forse non sarebbero possibili. Apprezzo il lavoro di andrea serafini e del suo gruppo, ne condivido in pieno gli ideali e credo fermamente che la cultura sia il vero volano di trasformazione e sviluppo, degli esseri umani e della nostra società.
Credo ci sia tanto, tantissimo da fare e vorrei che ci fosse nell’amministrazione un interlocutore valido che ama la cultura e ne riconosce tutte le potenzialità. Un interlocutore della società civile che risponda alle reti culturali e non alle logiche di partito, un interlocutore che sia espressione del mio/nostro pensiero, che dica che questo Municipio deve investire di + e meglio sulle politiche culturali, sulla formazione dei giovani, sul sostegno alle realtà artistiche, sulla collaborazione costruttiva con il mondo della scuola, sul concetto che il sociale ed il culturale sono due dimensioni parallele e intersecanti, sulle reti europee della cultura, dell’arte, delle politiche giovanili.
Per questo mi impegnerò attivamente per organizzare dibattiti, incontri pubblici, momenti di confronto: affinché questi contenuti siano espressione di tanti e non di pochi, e si possa cosi elaborare insieme il programma, dal basso e in modo partecipato. E raccogliere consensi e adesioni al nostro comune intento elettorale.
Non c’è sviluppo senza cultura, non c’è democrazia senza partecipazione